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Protezione civile, Curcio: "Ottima la risposta del sistema in emergenza. Ma troppi i muri in tempo di pace"

"Nelle situazioni di emergenza, i cittadini non guardano la divisa degli operatori, ma la prontezza e la qualità dell'intervento di soccorso". Così il capo DPC Fabrizio Curcio a Trento in occasione di un convegno sul soccorso in montagna. "E il nostro sistema risponde sempre al massimo in  emergenza-  sottolinea Curcio - ma in tempo di pace non si ritrova lo stesso spirito di sistema"

Si è tenuto venerdì pomeriggio a San Martino di Castrozza (TN), nell'ambito del 13esimo campionato italiano di sci di protezione civile il convegno "Il sistema di protezione civile: eccellenze, specificità. Quali sinergie e modalità operative per gli interventi di soccorso e assistenza in ambiente montano".
Video, racconti,  immagini commentate dai rappresentanti di Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco e Soccorso Alpino - strutture operative del sistema di protezione civile quotidianamente impegnate in montagna non solo per portare soccorso laddove necessario, ma soprattutto per fare attività di prevenzione e per fare conoscere bellezze e insidie di questo ambiente -  sono stati un utile strumento per iniziare a condividere impostazioni e organizzazioni diverse, e per ragionare su come migliorare l'efficienza nell'utilizzo delle risorse limitate che oggi ci sono.

Presente 
ai lavori il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio:"L'Italia è un Paese di eccellenze, un Paese con diverse specificità e forse anche per questo lo sforzo da mettere in campo per riuscire davvero a fare sinergia deve essere ancora maggiore" ha commentato Curcio.
"Perché i cittadini, nelle situazioni di emergenza, non guardano la divisa degli operatori, ma la prontezza e la qualità dell'intervento di soccorso - ha ricordato Curcio - e la loro aspettativa in termini di efficienza verso il sistema cresce ogni giorno. E il nostro sistema quando è in emergenza, sotto pressione, risponde sempre al massimo" ha proseguito.
"Poi, purtroppo, quando si parla di pianificare, organizzare, lavorare insieme in tempo di pace scattano dei meccanismi difensivi, quasi come se ci si dovesse guardare l'uno dall'altro, meccanismi che non ci consentono di dare il massimo e di capitalizzare, anche in pianificazione, lo spirito di sistema che si esprime in emergenza. Ma da soli, lo sappiamo, non si va da nessuna parte, sia perché le risorse scarseggiano e dobbiamo ottimizzare le poche che ci sono, sia perché oggi è difficile trovare un problema governabile dall'inizio alla fine da una sola struttura".
"Il processo di riforma della normativa in materia di protezione civile ha, tra i suoi obiettivi, anche quello di riportare una omogeneizzazione del sistema, ovviamente preservando le specificità dei territori, per dare a tutti i cittadini uno stesso livello di sicurezza e di risposta" ha concluso il Capo del Dipartimento.
"Lavoriamo per disegnare insieme la strada migliore e più efficiente, che ci consenta di aumentare la consapevolezza e la sensibilità dei cittadini verso i rischi e la loro gestione".

Lunedi 8 Febbraio 2016, 09:36

(fonte: DPC)

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