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Rossi: smantellare la Concordia a Livorno L'intervento del presidente della Regione

Rossi: smantellare la Concordia a Livorno

L'intervento del presidente della Regione: lo scafo non dovrà essere smembrato, ma risollevato e condotto ancora integro, senza rischi ambientali, in una località attrezzata.

di Enrico Rossi*

Dopo la gestione dell'emergenza e la messa in sicurezza della Costa Concordia naufragata all'Isola del Giglio, è imminente il via alle operazioni per rimuovere la nave dalla scogliera dove si è incagliata. Lo scafo non dovrà essere smembrato, ma risollevato e condotto ancora integro, senza rischi ambientali, in una località attrezzata, per essere quindi smantellato. Questo luogo deve essere il porto di Livorno. Sono molte le ragioni che mi spingono a rivendicare con forza il diritto-dovere della Toscana a gestire, con le proprie strutture e risorse tecnologiche e professionali, l'epilogo, che mi auguro positivo, di questa tragica storia.


Chiarisco subito che non mi sto riferendo affatto al progetto che verrà scelto e meno che mai alla ditta che verrà incaricata di realizzarlo. Vengano scelti il progetto migliore e la ditta più adatta. Ma l'operazione deve svolgersi nella darsena livornese, che è la più vicina da raggiungere e che ha tutte le caratteristiche strutturali e tecnologiche per occuparsene. Dopo aver dato prova, fin dai primi minuti della tragedia, di una straordinaria efficienza e capacità organizzativa, la Toscana non può essere ignorata o messa da parte. Penso agli abitanti del Giglio, poche centinaia di persone che si sono prese carico di migliaia di naufraghi.


A quelli di Porto Santo Stefano, che hanno lavorato nell'emergenza risolvendo immensi problemi in poche ore, alle strutture della Protezione civile locale e regionale, al personale sanitario e ai volontari che si sono prodigati nell'assistenza, a tutte le forze dell'ordine, alle strutture e le istituzioni locali e statali, agli esperti e alle imprese che si sono impegnati nelle fasi successive all'emergenza, per il recupero delle vittime, la messa in sicurezza dello scafo, la pulizia e il monitoraggio del mare.


Di questo straordinario impegno abbiamo avuto conferma e piena consapevolezza proprio nei giorni scorsi al Giglio, quando insieme alle istituzioni locali e alle autorità europee abbiamo fatto il punto della situazione ed avanzato nuove e incisive proposte per la sicurezza in mare e la prevenzione degli incidenti marittimi.
Ripeto: sia approvato il miglior progetto e venga affidato alla migliore ditta. Ma l'attività va svolta qui, nel bacino attrezzato di Livorno, uno dei più grandi porti del Mediterraneo. La Toscana ha subìto certamente un danno dalla tragedia, la stagione turistica ne risulterà segnata se non compromessa. La Toscana ha il diritto di svolgere questo lavoro.


Se sarà necessario mi rivolgerò alle più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica, al presidente del consiglio, ai ministri competenti, che non hanno lesinato riconoscimento e apprezzamento per come la comunità regionale si è comportata di fronte all'incidente. Sappiamo lavorare bene, lo dimostrammo anche nel 1988, quando proprio il porto di Livorno accolse il cargo tedesco Karin B con a bordo 168 contenitori pieni dei rifiuti tossici raccolti nella discarica di Koko in Nigeria. Allora fu il presidente Gianfranco Bartolini a mettere a disposizione la Toscana per un' operazione che nessuno voleva affrontare. Oggi la Toscana si fa avanti nuovamente per risolvere un' emergenza nazionale.

*presidente della Regione Toscana

Fonte: Il Tirreno

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