Un aiuto concreto per chi sta attraversando un momento difficile. Il Comune offre accoglienza e soluzioni temporanee, con regole chiare e aggiornamenti trasparenti
Non è solo una questione di tetto sulla testa. Quando si parla di emergenza abitativa, si entra in un terreno delicato, dove si intrecciano dignità, diritti e fragilità quotidiane. Il Comune di Livorno lo sa bene, e da anni cerca di dare una risposta concreta attraverso un sistema strutturato, accessibile e – per quanto possibile – umano.
Non si tratta semplicemente di “assegnare una casa”: dietro c’è un lavoro costante fatto di graduatorie, criteri, verifiche e disponibilità reali. Ma anche la volontà, almeno nelle intenzioni, di non lasciare indietro nessuno.
Il servizio di emergenza abitativa è rivolto ai cittadini in possesso dei requisiti previsti dal Disciplinare approvato nel 2021 (delibera n. 586). Si tratta di una misura attiva tutto l’anno, pensata per chi si trova in una situazione di estrema difficoltà, senza un alloggio stabile o con uno sfratto imminente.
Le domande vengono raccolte in due graduatorie distinte:
La Prefettura verifica e certifica i casi più critici, inserendoli in un elenco che garantisce priorità.
La cosa importante da sapere è che non c’è una scadenza fissa per presentare la domanda: si può fare in qualsiasi momento dell’anno. E proprio questa flessibilità è uno dei punti di forza del sistema.
Chi intende richiedere il servizio può farlo in diversi modi. La via più diretta è la consegna a mano: presso il Centro di ascolto per l’emergenza abitativa in Via del Porticciolo oppure presso l’Ufficio Programmazione e Servizi per il Fabbisogno Abitativo, in Via Pollastrini.
Ci sono giorni e orari specifici, e vale la pena telefonare prima per fissare un appuntamento, così da ricevere anche supporto nella compilazione della domanda.
In alternativa, è possibile inviare la richiesta per posta raccomandata A/R o tramite PEC. In tutti i casi, la domanda deve essere firmata e accompagnata da un documento d’identità. Una firma mancante non è un dettaglio: comporta l’esclusione automatica dalla graduatoria.
Una volta presentata, la domanda viene esaminata da una commissione, che attribuisce un punteggio sulla base dei criteri stabiliti. Il tutto entro 60 giorni. Le graduatorie vengono aggiornate ogni tre mesi circa. E attenzione: ogni anno va rinnovata, insieme all’ISEE. Se non si aggiorna, si viene esclusi senza appello.
Essere inseriti in graduatoria non equivale a ricevere subito un alloggio, ma rappresenta un primo passo fondamentale.
Si può accedere a sistemazioni temporanee o a strutture di accoglienza gestite direttamente dal Comune. Se si possiedono anche i requisiti previsti per l’edilizia residenziale pubblica, si potrà ottenere – quando disponibile – anche un alloggio ERP.
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