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Grandi Rischi: terremoti non prevedibili ma possibile formulare futuri orientamenti

Grandi Rischi: terremoti non prevedibili ma possibile formulare futuri orientamenti

La commissione Grandi Rischi, nella relazione consegnata il 7 giugno al Dip. della Protezione Civile, ribadisce l'impossibilità di prevedere i terremoti, ma afferma che qualora si riacutizzasse l'attività sismica, ora calante, nelle zone colpite, si concentrerebbe con maggiore probabilità nella zona compresa tra Finale Emilia e Ferrara

Sabato 9 Giugno 2012 -

Pur non esistendo a tutt'oggi metodi scientifici attendibili di previsione dei terremoti nel breve periodo, la Commissione Grandi Rischi, nella relazione inviata giovedì al Capo del Dipartimento di Protezione Civile e diffusa ieri dal Governo, oltre a ribadire la suddetta fondamentale premessa, informa che "nelle zone interessate dagli eventi maggiori del 20 e 29 maggio, la sismicità, nella fase attuale, sta lentamente decrescendo", tuttavia "la conoscenza del sottosuolo (le 'faglie') e gli eventi che si sono succeduti dal 20 maggio in poi permettono di formulare alcuni orientamenti per l'evoluzione futura" e che "qualora si riacutizzasse l'attività sismica nell'area già interessata dalla sequenza in corso, tale attività si concentrerebbe, con maggiore probabilità, nel settore orientale, nella zona compresa tra Finale Emilia e Ferrara, con eventi di magnitudo paragonabili a quelli del 20 e 29 maggio" e che "non si può escludere l'eventualità che, pur con minore probabilità, l'attività sismica si estenda in aree limitrofe a quella già attivata ora".

In merito poi alle polemiche e agli interrogativi dei giorni scorsi circa l'adeguatezza delle mappe di pericolosità sismica delle zone colpite dal recente terremoto, mappe che costituiscono la base di riferimento per la definizione della normativa antisismica, la Commissione sottolinea che "alla zona colpita dai recenti sismi era stata assegnata una magnitudo massima attesa di 6.2, e che i valori registrati dello scuotimento del terreno sono compatibili con i valori della mappa; a tutt'oggi non ci sono pertanto elementi per concludere che la sequenza sismica emiliana si collochi al di fuori della normativa vigente''.

Il Governo ha fatto quindi un esame approfondito della situazione, insieme al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, al capo Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli e agli esponenti della Commissione Grandi rischi, presieduta da Luciano Maiani e le conclusioni della Commissione sono state rese note ieri dal Presidente del Consiglio Mario Monti nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi.
"Il governo - ha spiegato Monti - anche sulla base delle indicazioni formulate dalla Commissione, sosterrà e rafforzerà le iniziative già in atto, assumendo, d'intesa con le Regioni, tutti gli interventi necessari a tutelare le comunità locali, oltre a consentire l'avvio della ricostruzione. Ciò richiederà uno sforzo straordinario in termine di risorse, competenze e strumenti".

Secondo quanto illustrato dal Capo Dipartimento Franco Gabrielli, "la Commissione ha fatto un'analisi complessiva su tre segmenti della faglia. Due si sono spezzati, il terzo no. Dunque ritiene probabile che si possa spezzare anche il terzo. Ma - ha puntualizzato - è una situazione assolutamente imprevedibile e che può verificarsi in tutte le altre zone sismiche d'Italia".
Il Presidente Errani, da parte sua, ha invitato a "leggere bene il comunicato della commissione: l'ipotesi dell'allargamento della faglia non si può prevedere, è un dato statistico".

Intanto sempre ieri, alla luce del documento della Commissione Grandi Rischi, il Capo Dipartimento Gabrielli, dopo gli incontri svolti con i presidenti delle province emiliane interessate e i rappresentanti degli enti locali, ha convocato il Comitato Operativo nella sede della Di.coma.c a Bologna per programmare una serie di misure di prevenzione.
Nel corso del Comitato Operativo - al quale hanno partecipato i direttori di protezione civile delle Regioni Emilia-Romagna e Veneto, e i prefetti delle province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo - è stato deciso il rafforzamento del Sistema di Protezione civile a presidio del territorio. In particolare, aumenterà sia il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco con l'obiettivo di accelerare le verifiche delle diverse tipologie di edifici, finalizzate anche alla rapida conclusione della messa in sicurezza degli stessi, sia quello delle Forze Armate per rafforzare i presidi nelle zone rosse dei centri già colpiti dalle scosse del 20 e 29 maggio, come richiesto dai sindaci. Si lavorerà intensamente per predisporre ulteriori dispositivi di informazione alla popolazione e, se necessario, di accoglienza.

"Le valutazioni della Commissione Grandi Rischi - ha affermato Gabrielli - ci impongono di mantenere alta l'attenzione e di accelerare le verifiche dello stato degli edifici e, per quanto possibile, la loro messa in sicurezza affinché siano in grado di rispondere alle caratteristiche sismiche di questo territorio. Ancora una volta, è necessario l'estremo impegno di tutto il Servizio Nazionale di Protezione civile".

Ma quali sono le reazioni giunte dal territorio rispetto alla relazione della Grandi Rischi ? Parecchi mugugni dai sindaci delle zone colpite dal terremoto, secondo i quali l'allarme lanciato da Palazzo Chigi rischia di creare il panico. ''Sono molto arrabbiato - questo il commento il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli, riportato da Repubblica.it - e sto anche pensando di presentare denuncia per procurato allarme. Cosa dovremo dire alle aziende, quelle stesse che stanno tentando di recuperare? Ora c'e' il rischio che si fugga da questo territorio".

Fonte: www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it


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